Il
varicocele è una delle patologie più frequenti dell’apparato riproduttivo maschile, riguarda infatti circa il 15% della popolazione maschile adulta, ed è determinata dalla dilatazione di alcune vene all'interno dello scroto, la sacca che racchiude i testicoli.
Per
varicocele – spiega il
prof. Sergio Leoni, specialista Urologo presso il
Salus Hospital di
Reggio Emilia – si intende un rigonfiamento anomalo delle vene del testicolo, provocato da un reflusso patologico di sangue dalla vena renale al testicolo. Il reflusso determina un aumento di pressione nelle vene del funicolo spermatico e una loro dilatazione e fa aumentare la temperatura all’interno della borsa scrotale.
Una temperatura di poco inferiore a quella interna è fondamentale per il buon funzionamento dei testicoli: per questo si trovano in una sacca esterna all’addome, lo scroto. In caso invece, come succede nel varicocele, la temperatura aumenti si può andare incontro a una diminuzione della produzione e della qualità del liquido seminale.
Il
varicocele è una patologia legata soprattutto allo sviluppo, periodo nel quale i testicoli aumentano di volume e conseguentemente aumenta anche la loro vascolarizzazione. Può insorgere già in età preadolescenziale, ma l'epoca in cui normalmente si manifesta è quella della maturazione sessuale, tra gli 11 e i 16 anni. ? possibile che si sviluppi su entrambi i testicoli ma, per ragioni legati all'anatomia dell'apparato riproduttivo, nel 95 % dei casi è il testicolo sinistro il principale interessato. Lo sviluppo a destra o bilaterale è piuttosto raro.
La patologia è in genere asintomatica, potrebbe però manifestarsi con un senso di pesantezza nella zona, soprattutto dopo aver effettuato attività fisica. Altri
sintomi riconducibili al
varicocele potrebbero essere: dolore al testicolo interessato, aumento della dilatazione delle vene (che diventano palpabili e visibili) a livello testicolare e abbassamento del testicolo interessato rispetto all’altro.
La
diagnosi è solitamente semplice per un medico specialista: può essere sufficiente un esame obiettivo associato, nei casi più complicati, ad un'ecografia scrotale per definire l’entità del reflusso venoso e a uno spermiogramma per stimare un’eventuale diminuzione della fertilità. Soltanto una bassa percentuale di pazienti con
varicocele necessita di trattamenti specifici e presenta peggioramenti clinici tali dal rendere questa condizione invalidante.
A seguito di una attenta valutazione clinica è possibile classificare il varicocele in:
- Varicocele subclinico: individuabile esclusivamente attraverso esami diagnostici strumentali.
- Varicocele di I grado: valutabile soltanto dopo un aumento della pressione addominale ottenuta con la manovra di Valsalva.
- Varicocele di II grado: individuazione della dilatazione dei vasi testicolari attraverso la palpazione.
- Varicocele di III grado: dilatazione dei vasi testicolari piuttosto importanti visibili a occhio nudo con possibile tumefazione associata.
L'indicazione al trattamento chirurgico è data dallo specialista principalmente quando il
varicocele è associato ad alterazione dello spermiogramma o a dolore a livello testicolare. Nella maggior parte dei pazienti, la cura farmacologica non rappresenta la scelta d'elezione per il trattamento del varicocele. La patologia può essere trattata tramite:
- Varicocelectomia, intervento chirurgico mediante una piccola incisione sub-inguinale, attraverso cui le vene varicose vengono esteriorizzate e sclerotizzate per via anterograda (dal basso verso l’alto).
- Embolizzazione delle vene spermatiche, in caso di ricadute post intervento chirurgico.
- Scleroembolizzazione retrograda: cauterizzazione delle vene spermatiche eseguita generalmente in anestesia locale. Laddove questa risultasse impossibile è possibile ricorrere a una tecnica radiologica anterograda in cui, dopo aver isolato la vena interessata dal varicocele a livello dello scroto o a valle dell'orifizio inguinale, viene iniettata la sostanza sclerosante.
Per informazioni e prenotazioni
chiama lo
0522 499111
oppure
compila il form