L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro che comporta una riduzione della massa ossea e un’alterazione della microarchitettura del tessuto osseo. In sé non causa sintomi evidenti, ma determina una fragilità ossea che aumenta significativamente il rischio di fratture, in particolare a livello vertebrale e del femore.
Come si diagnostica l’osteoporosi?
La diagnosi si basa principalmente sulla valutazione della densità minerale ossea (BMD), misurata tramite l’esame DXA – noto anche come MOC o densitometria ossea. Il risultato dell’esame è espresso con un valore chiamato
T-score, che indica quanto la densità ossea del paziente si discosta dal valore ideale della popolazione sana. Un T-score inferiore a -2,5 è indicativo di osteoporosi.
Tuttavia, il T-score da solo non è sempre sufficiente: è fondamentale integrare la valutazione con una radiografia del rachide per individuare eventuali alterazioni vertebrali già presenti, spesso asintomatiche ma rilevanti per una corretta diagnosi.
A chi rivolgersi e quando?
La visita specialistica reumatologica è essenziale per individuare i pazienti che necessitano di accertamenti diagnostici e per impostare un eventuale trattamento personalizzato.
I fattori di rischio non si limitano all’età avanzata o alla menopausa: incidono anche la carenza di vitamina D, la familiarità per fratture, lo stile di vita, l’alimentazione, eventuali patologie concomitanti e i farmaci assunti.
Ad esempio, è indicato sottoporsi a una DXA se:
- si ha più di 65 anni e un familiare ha subito una frattura del femore,
- si è entrati in menopausa prima dei 45 anni,
- si è verificato un crollo vertebrale, a prescindere dall’età.
Non solo nelle donne anziane
Contrariamente all’idea comune, l’osteoporosi può colpire uomini e donne di qualsiasi età. Esistono forme legate alla gravidanza, all’uso prolungato di cortisone, o a trattamenti per tumori al seno o alla prostata (come gli inibitori dell’aromatasi). Alcune forme sono associate a patologie endocrine o ematologiche.
Prevenzione e trattamento
L’obiettivo della terapia è ridurre il rischio di fratture, salvaguardando qualità della vita e autonomia. La prevenzione parte da un adeguato apporto di calcio e vitamina D, attraverso la dieta o supplementi, se necessari. Anche l’attività fisica ha un ruolo chiave nel mantenere massa ossea, tono muscolare ed equilibrio, riducendo così il rischio di cadute.
In presenza di osteoporosi, la terapia farmacologica va scelta tenendo conto del grado di fragilità ossea, delle eventuali patologie associate e delle preferenze del paziente. La decisione viene sempre condivisa con lo specialista, per individuare l’opzione più adatta e personalizzata.
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