La TC coronarica è un esame non invasivo, che si avvale dell’utilizzo di mezzo di contrasto, in grado di fornire
immagini bidimensionali e tridimensionali molto accurate della struttura delle coronarie, ovvero le arterie che irrorano il cuore. In questo modo consente di individuare la presenza di anomalie anatomiche congenite o di intercettare precocemente uno stato di malattia delle coronarie che, se non trattata, può culminare nell’infarto miocardico.
In questa intervista, il Dott. Nicola Forzati,
cardiologo di Maria Cecilia Hospital di Cotignola (RA), ci spiega nel dettaglio come si svolge questo esame diagnostico, per quali tipi di pazienti è indicato e le eventuali controindicazioni di cui tenere presente.
Come si prepara il paziente per la TC coronarica?
Per sottoporsi all’esame, il paziente deve essere a digiuno da almeno 6 ore e avere con sé il risultato di esami del sangue che riportino il valore di creatininemia (la concentrazione ematica di creatinina), che è utile per valutare la sua funzione renale.
Il paziente viene poi monitorato con una traccia elettrocardiografica, si rilevano i parametri di pressione arteriosa e frequenza cardiaca, e si posiziona un accesso venoso periferico per somministrare il mezzo di contrasto ed alcuni farmaci necessari all’esecuzione dell’esame.
La preparazione prevede anche la somministrazione di farmaci che permettono di migliorare la visibilità delle coronarie durante l’esame. Salvo alcune eccezioni, a tutte le persone viene quindi somministrato un farmaco a base di nitroglicerina, che dilata le coronarie e le rende più facili da osservare e analizzare.
L’altro aspetto da considerare è la frequenza cardiaca: rispetto ad altri organi, il cuore è un organo in continuo movimento e quindi, per acquisire delle immagini di qualità, è importante che la frequenza del battito sia inferiore ai 70 battiti al minuto. Molte persone rispettano già naturalmente questo valore, ma in caso di valori superiori la somministrazione di un farmaco beta-bloccante aiuta ad abbassare la frequenza cardiaca e garantire una migliore qualità dell’esame diagnostico.
Come si svolge la TC coronarica?
Terminata la preparazione, il paziente è posto su un lettino scorrevole, che permette di collocarlo all’interno del macchinario per TC coronarica: si tratta di una struttura ad anello in grado sia di emettere raggi X che “attraversano” il paziente, sia di captare i segnali di ritorno, che vengono poi convertiti attraversi sistemi computerizzati in immagini bidimensionali (in cui i diversi tessuti dell’organismo si associano a differenti tonalità di grigio) o tridimensionali.
Le attuali tecnologie permettono di ottenere immagini con risoluzione spaziale di gran lunga inferiore a 1 millimetro.
L’acquisizione delle immagini avviene in due fasi.
- La prima, che è eseguita senza mezzo di contrasto, permette di circoscrivere la zona di studio nel torace e fornisce alcune informazioni preliminari molto importanti sulla presenza di calcificazioni coronariche e a livello di altre strutture cardiache.
- La seconda fase, eseguita con mezzo di contrasto, è la TC coronarica vera e propria, durante la quale vengono acquisite immagini delle coronarie in modo sincronizzato con le varie fasi del ciclo cardiaco, cioè – in termini semplificati - con l’alternanza dei momenti di sistole e di diastole del cuore.
Esistono controindicazioni alla TC coronarica?
Le controindicazioni assolute sono tre:
- una gravidanza in corso, per evitare che l’esposizione ai raggi X causi danni al feto;
- una nota allergia al mezzo di contrasto in assenza di una adeguata pre-medicazione nei giorni precedenti: in questi casi generalmente si rimanda l’esame dopo un’adeguata preparazione del paziente con cortisonici e antistaminici per evitare reazioni anafilattiche;
- un’insufficienza renale acuta o cronica riacutizzata, evidenziata da valori di creatinina significativamente superiori alla norma o ai valori abituali del paziente in esame.
Esistono poi alcune “situazioni particolari” che non impediscono in assoluto l’esecuzione della TC coronarica ma di cui è importante tenere conto perché potrebbero diminuire o compromettere il valore diagnostico dell’esame.
Tra queste abbiamo, per esempio, alcuni casi di insufficienza renale cronica, obesità con peso corporeo superiore ai 120 kg, alterazioni del ritmo cardiaco a causa di frequente extrasistolia o fibrillazione atriale, la presenza di dispositivi intracardiaci come protesi valvolari meccaniche, pacemaker o defibrillatori. Questi casi devono essere valutati dallo specialista singolarmente, caso per caso, in modo da adottare, se possibile, alcuni accorgimenti sia nella preparazione del paziente sia nell’acquisizione delle immagini.
Invece, non esistono limiti d'età per sottoporsi a questo esame. Nei pazienti pediatrici (che generalmente si sottopongono a questo esame se c’è una sospetta anomalia congenita), è necessario prendere alcuni accorgimenti per ridurre la dose di raggi X; nei pazienti con più di 80 anni è invece importante tenere presente che la presenza di abbondanti calcificazioni (frequenti all’avanzare dell’età) può influire sulle informazioni ottenibili con questo esame.
Che cosa valuta la TC coronarica?
L’obiettivo di questo esame diagnostico è studiare, innanzitutto, l’origine e il decorso delle coronarie, per evidenziare eventuali anomalie che possono essere alla base di condizioni cardiache. Inoltre, la TC coronarica
permette di valutare la presenza di aterosclerosi, dal punto di vista sia quantitativo sia qualitativo.
L’analisi quantitativa permette di determinare quanti e quali vasi coronarici sono coinvolti da aterosclerosi e di valutare il grado di restringimento dei vasi (minimo se < 25%, lieve se compreso tra 25 e 50%, moderato se compreso tra 50 e 70%, severo se >70%.)
L’analisi qualitativa consente di valutare la composizione e quindi il grado di stabilità delle placche aterosclerotiche; le placche a maggior contenuto di calcio sono infatti più stabili di quelle ricche di colesterolo, che sono definite “vulnerabili” in quanto più facilmente andare incontro a rottura o trombosi e causare infarto miocardico.
In aggiunta a queste indagini, la TC coronarica consente di valutare il cuore nel suo complesso e di evidenziare, se presenti, alterazioni cardiache strutturali (per esempio a livello delle camere cardiache o delle strutture valvolari) oppure anomalie a carico di organi adiacenti al cuore. In questi casi, il risultato della TC coronarica può essere utile per indirizzare il paziente verso esami di approfondimento più mirati.
In quali pazienti è indicata la TC coronarica?
La TC coronarica può essere utile sia in pazienti asintomatici, sia in persone con sintomi che sono direttamente ricollegabili a condizioni cardiache.
Nel caso dei pazienti asintomatici, la TC coronarica è indicata, per esempio, in casi di:
- pazienti con alto rischio cardiovascolare, come nelle persone che fumano, sono diabetiche, hanno elevati valori di colesterolo nel sangue oppure hanno forte familiarità per patologia coronarica;
- pazienti a non elevato rischio cardiovascolare che presentano alterazioni ad esami diagnostici di primo livello, come può accadere nel caso di atleti in cui il test sotto sforzo abbia restituito risultati dubbi o alterazioni dell’elettrocardiogramma da approfondire.
- pazienti con nota coronaropatia, per verificare il buon esito a distanza di angioplastiche coronariche o interventi chirurgici di bypass aorto-coronarico.
In altri casi, i pazienti presentano già sintomi evidenti, come un dolore toracico o una difficoltà respiratoria (dispnea) accentuata dagli sforzi: in questo caso la TC coronarica può escludere o confermare la correlazione di tali sintomi con una coronaropatia.